Piazza Libertà: Dove le Arti Superano il Confine del Tempo

Loggia del Lionello Udine
La Loggia del Lionello, Udine

I confini non sono sempre fisici o politici, possono essere anche temporali e dividere la storia in epoche. Questo tipo di confine è forse il più invalicabile. Le arti hanno questo potere: arte, musica, letteratura riescono a valicare i secoli e nel loro percorso lasciano tracce del passato di chi le ha create: i nostri antenati.

A Udine, Piazza Libertà è forse il luogo della città in cui sono state lasciate più tracce. Più evidenti di tutti sono gli indizi che ci ricordano la dominazione veneziana del Friuli avvenuta nel 1420 e terminata solo nel 1797 con la cessione di Venezia all’Austria da parte di Napoleone. Durante questi secoli il governo della città fu affidato a Luogotenenti veneziani, che affamati di successo trasformarono Udine in una Venezia di terraferma.

Impossibile non notare la somiglianza tra la “Loggia del Lionello” – che prende il nome dall’orafo udinese Niccolò Lionello (1400 – 1460) che ne progettò la struttura nel 1428 – con il Palazzo Ducale di Venezia: stessa architettura gotico-veneziana, stesso abbinamento di marmo bianco e rosa, stessa importanza politica a livello cittadino. In particolare, il balcone centrale con due colonne rosse, presente sia qui, sia a Palazzo Ducale, era il punto dove si affacciava il Luogotenente a Udine e il Doge a Venezia.

Torre dell'Orologio, Piazza Libertà, Udine
Loggia di San Giovanni con Torre dell’Orologio e Pantheon in Piazza Libertà, Udine

Anche dall’altro lato della piazza il richiamo alla Serenissima è evidente con la Torre dell’Orologio e i suoi due mori che battono le ore. La Torre realizzata nel 1527 da Giovanni da Udine (probabilmente il più grande artista friulano di tutti i tempi) si rifà all’omonima torre veneziana in piazza San Marco.

Affianco alla Torre dell’Orologio si trova un’altra traccia del passato friulano: la chiesa di San Giovanni. La chiesa rinascimentale subì diversi cambiamenti d’uso e di struttura, fino a diventare Pantheon dei Caduti della Prima Guerra Mondiale. Quest’ultima ristrutturazione fu condotta dal celebre architetto gemonese Raimondo D’Aronco tra il 1921 e il 1926.

Queste tracce di decenni e addirittura secoli fa sono arrivate fino a noi superando diverse epoche, cambiamenti politici e sociali. Diversi sono stati gli artisti che hanno deciso di includere questo luogo storico nelle loro opere. Tra i più famosi ricordiamo Mika che girò qui il video della canzone Hurts pensata per il film Un bacio girato in regione. Non a caso anche la musica è capace di superare i confini del tempo.

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Il tema del confine è particolarmente sentito in Friuli-Venezia Giulia, regione che confina con ben due stati, Austria e Slovenia. Uno degli appuntamenti di More Than Jazz Festival si svolgerà proprio in questo contesto al: Vigne Museum di Rosazzo (UD). Questo luogo si trova a una decina di chilometri dal confine con la Slovenia ed è situato nel Collio goriziano.